L’opera che più ha influenzato la mia vita è senza dubbio Il Signore degli Anelli.
Sono cresciuto con la convinzione che i mondi fantasy fossero i posti migliori dove vivere. A 11 anni giocavo a World of Warcraft e Guild Wars, non avevo vita sociale ma tanti alter-ego virtuali che vivevano (al posto mio) in dei mondi dove i valori avevano, per l’appunto, un valore.
Poi un giorno mi capitò fra le mani un cofanetto di colore verde, conteneva dei DVD e dei booklet fantastici.
“Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello“.
Inserii il DVD, play e il resto è storia.
Quando chiedo a me stesso perchè un’opera del genere mi ha colpito così tanto non so mai come rispondermi; forse neanche mi interessa.
All’epoca mi piaceva l’idea delle varie razze che si univano per il bene comune, oggi invece, avendo maturato un’idea più riflessiva, credo che quello che ancora mi colpisce sia il fatto che da un momento all’altro l’equilibrio possa rompersi e dare vita ad un viaggio straordinario. E’ quello che tutti cerchiamo no? Che uno stregone venga a casa nostra a dirci di salvare il mondo.
Qualche mese fa ho visto l’ultimo capitolo della trilogia de Lo Hobbit: nulla a che vedere col Signore degli Anelli, ma Thorin è uno di quei personaggi che ti segnano. Come Aragorn, del resto.
Ad ogni modo, quando mi riprometto di scrivere un post sul mondo di Tolkien, finisco sempre col non sapere cosa dire nè da dove cominciare. Troppe storie, troppi intrecci, troppi personaggi e cose da raccontare. Quindi mi butterò sul divano, accenderò la televisione e lo riguarderò da capo. Ogni volta come se fosse la prima.
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